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Francesco Bianco
Released April 23, 2013 - Studiolo Laps ___SL008___
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Abita dentro di noi una indefinibile entità estranea che ci parla di continuo. Noi stiamo sempre a sentirla, la seguiamo ogni istante, ascoltiamo con certosina attenzione il suo inesausto dettato ed eseguiamo pedissequamente ciò che ci ordina, senza battere ciglio, senza esitazione alcuna. Risiede in noi ciò che sentiamo di più lontano, di più inafferrabile e incomprensibile. Quello che ci allontana da noi stessi è situato esattamente al nostro interno. La nostra interiorità più intima vive preda di una alienazione irreversibile, eppure senza di essa sarebbe impossibile verbalizzare e tessere il dedalo semantico della nostra esistenza terrena. Questa estraneità intima, di continuo, buttiamo fuori, ossia espelliamo al di là di noi. E sempre con questa, senza sosta, costruiamo il mondo e le sue infinite interpretazioni, i giorni e i suoi contati tramonti, le glorie e le immancabili disperazioni della vita. Il significante, la parola, l’argomentazione sintattica con cui tentiamo di alleggerire il peso mortifero delle ore è, in breve, il vampiro immorale, il boia cinico dei nostri respiri quotidiani.
Il canto, la voce adoperata come creatrice di un attualissimo aldilà sonoro è invece il dispositivo organico e, al tempo stesso, perfettamente immateriale, tramite cui l’uomo tenta di porre rimedio alla emorragia cronica del discorso simbolico testé descritta. Nel canto, l’assetato nemico interno viene combattuto e ridotto a suono vivente, vigoroso, indimenticabile e tramite tale operazione artistica ci si può finalmente sentire vivi, unici, irripetibili. Tutto il resto è esercizio di parole, retorica assurda e disperante, flatus voci, peti verbali e verbosi. L’opera “Ex-Post” di Francesco Bianco, a nostro modestissimo avviso, ripresenta in modalità sonora quanto scritto.
Malista
Studiolo Laps - Unconventional Musical Research