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Matteo Capogna
Released May 7, 2013 - Studiolo Laps ___SL011___
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Il rito si svolgerà all’interno di un vecchio mattatoio in disuso, abbandonato da decenni, per metà sventrato, senza più infissi, col tetto pericolante, sito in un luogo sperduto, semisconosciuto, fuori mano, difficile da raggiungere, assai distante dal tran-tran cittadino, al riparo dal blabla umanoide, lontano dal tanfo insonne delle industrie private. Un rudere tragico insomma, un antico tempio del massacro salariato, un ex palco dell’assassinio alimentare, incidentato, con le mura scure, indecenti, sporche, fradice di umidità e muffa, tappezzate di muschio, urina e profonda incuria. Al centro di questo dismesso santuario della morte istituzionalizzata, ricovero di ripetuti squartamenti, verrà piazzato un raffinatissimo tappeto persiano di notevoli dimensioni, contornato con tanti lumini accesi, petali di rose appassiti, incensi orientali, cicche di sigarette spente, sputi e vecchi stracci multicolori. Agli estremi orizzontali del tappeto, invece, saranno posti, da un lato, una coppia di grossi altoparlanti e, dall’altro, un telo di stoffa bianca. Gli altoparlanti trasmetteranno, in loop, la toccante opera “L’alchimista da giovane” di Matteo Capogna, mentre sul telo incideremo col nostro stesso misero sangue, questi celestiali versi di Nootkan: “Non ti accade mai/ a te che abiti lassù nei cieli/ non ti accade mai di stancarti/ delle nuvole/ che stanno tra te e noi?”.
Fatto ciò, potremmo tranquillamente tornare a riempirci i polmoni di smog metropolitano e, come se nulla fosse, continuare sereni a perderci nella estatica contemplazione dei cangianti panorami che illuminano placidi e senza sosta gli infiniti sobborghi urbani. Oppure, impavidi, accetteremo la sfida di portare a compimento il nostro oscuro rito. Impavidi, accetteremo la sfida, l’ultima sfida e, senza fretta alcuna, attenderemo il santissimo crollo di questo povero tetto, questo nostro cielo così tanto umano, cielo di cemento e sudore, chimico e organico a un tempo. Attenderemo mesti, calmi, sorridendo, leggeri, finalmente lontani, senza stanchezze. Come nuvole.
Malista
Studiolo Laps - Unconventional Musical Research