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The Electereo
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Nel 1984 il compositore tedesco Wolfgang Rihm definiva la musica in questi termini: “la musica è libertà, codice simbolico-sonoro coniugato al tempo, cifra di un’indispensabile dovizia di forma, colorazione e plasmatura del tempo, espressione sensibile di energia, immagine e balìa della vita, ma al tempo stesso immagine contraria, controprogetto: è l’altra cosa (di cui – in quanto tale – non posso sapere che sia)”.
Ed è proprio a proposito di “colorazione e plasmatura del tempo”, che l’ascolto di “Newton’s song”, elegante opera sonora firmata The Electereo, ci offre la possibilità di esperire una sorta di momento estatico strettamente legato ad un profondo straniamento temporale. Durante i quattro minuti e venti secondi del brano, infatti, pare che il tempo non segua più il suo corso ordinario e quotidiano, la sua vettorialità lineare e rigida, bensì sembra dilatarsi, gonfiarsi, enfiarsi, ingrandirsi, donandoci così l’occasione di sperimentare una particolarissima specie di fuga transcosciente dalle solite dimensioni sensoriali e appercettive. Appena il brano si avvia alla conclusione, non sembra che siano passati solo pochi minuti, ma una intera giornata, un intero mese, forse una intera vita. Ciò è dovuto essenzialmente all’importante ricerca sonora messa in atto da Alessandro Rizzo e Remo De Vico, i quali hanno il merito di creare un ambiente acustico caratterizzato da suoni piccoli, minimali, non invadenti, morbidi, persino dolci e a tratti quasi carezzevoli. Il magma sonoro che ne esce fuori si presenta ottimamente organizzato e l’ordito finale palesa una lodevole affinità esecutiva, davvero ben amalgamata e di notevole fattura.
Risulta sempre molto arduo riuscire a costruire una buona sintonia di intenti quando si decide di condividere un percorso artistico con altre persone, eppure, in questa occasione, il sodalizio sonoro degli The Electereo si presenta come assoluto valore aggiunto da approfondire e continuare, tenendo sempre a mente l’importante incipit con cui abbiamo deciso di aprire, ovvero: “la musica è libertà”, ossia diversità, unicità e irripetibile complessità.
Malista
Studiolo Laps - Unconventional Musical Research