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D. C. G. P.
Distance Compositions Group Phonologia
Released March 29, 2014 - Studiolo Laps ___SL025___
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Sono davvero rare le occasioni in cui ci accade di ritrovarci incapaci di dire alcunché. La mano inizia a tremare, tentenna e infine si blocca, rifiutandosi di scrivere significanti su significanti, termini su termini, parole su parole. Ma non perché non si voglia affrontare ciò che teniamo di fronte, bensì perché ci si rende conto che nessuna nostra umile parola, sarebbe degna di presentare ciò che possiede la possente energia e il fascino misterioso della bellezza autentica. Giacché la scrittura umana, non sempre può esprimere i pieni sentimenti e le profonde sensazioni scaturenti dallo stupefatto incontro col sublime, col grandioso, con l’ineffabile appunto. Codesto blocco linguistico che, in qualche modo, stiamo comunque provando a giustificare e argomentare, ci deriva dall’ascolto attento dell’opera “Tark”, ideata ed eseguita da “Distance Compositions Group Phonologia”, collettivo di ricerca musicale composto da un folto gruppo di eccellenti artisti: Carlo Barbagallo, Alessandro Ratoci, Alberto Prezzati, Mattia Bonafini, Riccardo Castagnola, Sam Salem, Remo De Vico.
All’ascoltatore interessato a saperne di più circa i contenuti precisi dell' opera in questione, consigliamo vivamente la lettura della dettagliatissima presentazione redatta dallo stesso collettivo, grazie alla quale si comprenderanno al meglio gli intenti concettuali e gli esiti espressivi dell’intera composizione sonora, intelligentemente ospitata all’interno del pregevole archivio curato dallo Studiolo Laps. Per chi, invece, sentisse il bisogno di riempirsi l’animo con alcune brevi suggestioni poetiche, affinché esse possano facilitare in qualche modo l’approccio spirituale al presente brano targato “D. C. G. P.”, ci permettiamo di ricopiare uno stupendo frammento scritto dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, finissimo amante dell’arte musicale e suo erudito analista.
Poche mirabili righe che, meglio di ogni altra cosa, rappresentano e descrivono l’ermetico stupore che “Tark” ha in noi suscitato, rendendoci finalmente muti dalla meraviglia: “M’immagino una musica il cui più raro incanto consiste nel non sapere più nulla del bene e del male, solo di essere percorsa qua e là da una qualche nostalgia di marinaio, una qualche ombra dorata e da delicate debolezze; un’arte che vedesse fuggire verso di sé da grandi lontananze i colori di un mondo morale al tramonto, divenuto quasi incomprensibile, che fosse abbastanza ospitale e abbastanza profonda da accogliere simili tardi fuggitivi”.
Malista
Studiolo Laps - Unconventional Musical Research