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Remo De Vico
Released November 11, 2012 - Studiolo Laps ___SL005___
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Non aver paura di esagerare è stato da sempre il requisito fondamentale per creare qualcosa di importante nel campo dell' arte. Disconoscere i limiti della propria tradizione estetica, negarne i troppo labili confini storici, abbattere ogni barriera convenzionale è il compito principe ed essenziale di ogni artista che voglia porsi e quindi rappresentarsi come evento unico e irripetibile.
Questa opera di demolizione - base fondante di ogni sincera attività creativa - comporta l' entrata immediata in una dimensione sconosciuta, ossia non decifrabile secondo i consueti canoni classici, la quale di conseguenza apparirà, in modo inevitabile, come un che di perturbante, spaventoso, pauroso. Ne segue che quell' iniziale non aver paura di esagerare si trasfigura ora, tramite lo sperimentare artistico, in un non aver paura di far paura, di spaventare, di impaurire. Perché in fondo, di ogni opera valida, autentica e viva - come "Triptych" di Remo De Vico - ciò che ci colpisce nel profondo è proprio la sua intrinseca capacità di colpirci, ovvero di farci prendere, letteralmente, un colpo.
Malista
Non v'è perplessità alcuna nell' affermare che il grande rinnovamento musicale degli ultimi 50 anni sia dovuto per buona parte all' aumentare dei punti di contatto tra scienza e musica. Il ragionamento logico-matematico è ormai parte del bagaglio culturale del compositore moderno, sempre più informatizzato e attento ai velocissimi aggiornamenti.
Il mondo della sperimentazione musicale ha cominciato ad assumere via via le sembianze di una piccola comunità scientifica. Naturalmente è un bene che ingegneri, matematici, fisici, psico-acustici e ricercatori si applichino quotidianamente per aumentare le grandi conquiste tecniche del mondo musicale, ma tutto questo non potrebbe creare uno spaesamento dovuto alla quantità?
Questo trittico nasce proprio dall' esigenza di sentire liberato il pensiero da questa quantità, che ormai sembra dedicata a professionisti specializzati e certificati. Secondo Ungaretti l' opera d' arte deve contenere un segreto e la scienza non si tiene volentieri a braccetto con il segreto. Più che scienziato allora m'immagino alchimista. Il distacco da alcune concezioni logico-algoritmiche doveva avvenire in maniera definitiva, solo così avrei potuto cercare la formula che mi consentisse di trasformare i pensieri in “oro”. Portando il ragionamento in una sfera decisamente più umanistica ed esoterica mi sono interrogato sull' abbandono. L' abbandono da grovigli di pensieri e schemi che rallentano vistosamente il divario tra azione e pensiero ma soprattutto l' abbandono da una visione definitiva del proprio essere. Così si può “sentire” come un piccolo spiraglio di luce venir fuori da una porta aperta appena, che trascina con sé immagini, sogni e suoni. Allora in definitiva questo lavoro parla dell' abbandono.
Ragionando in questi termini ho disegnato un piccolo schema:
Parte 1
Metamorfosi I: il Ciclo dell' Acqua, parte II
In questa prima sezione abbiamo quella che possiamo definire una sensazione straniante di trasformazione. Si accende come una scintilla che crea nel soggetto un disagio accompagnato dal sentore di una sensazione nuova, mai provata; a sua volta questo disagio porta l' essere pensante a interrogarsi sulla visione che ha della propria anima, incapace com'è in quel momento di passare da uno stato emotivo all' altro.
Ragionando per analogia, se l' uomo fosse stato acqua questa trasformazione avrebbe rappresentato un ipotetico passaggio dal ghiaccio alla brina. Dunque una metamorfosi che ci fa perdere coscienza di noi stessi, che porta con sé la grande capacità di farci abbandonare le nostre certezze, rendendoci però incapaci di sentirci nuovi.
Parte 2
Impressione Mistica Tramutata in Stella Verde
Subconscio, misticismo, amore e colori si mescolano in quello che possiamo definire un breve lavoro a carattere sinestetico, quindi molto vicino a ciò che è sogno e allucinazione.
Ci troviamo in una sorta di corridoio psicologico dove i pensieri si mescolano e si fondono, è la rappresentazione del caos creato dai nostri ricordi e dalle nostre esperienze, le quali spesso trasformano il nostro bagaglio in un carico sempre più pesante e frenante. Un canto di Josquin des Prez ci accompagna come filo conduttore. Il suono scompare in maniera abbastanza brusca, così come un sogno che svanisce.
Parte 3
Di-stacco
E' la sezione più lunga del lavoro e probabilmente la più importante. Non è un caso che un urlo sia l' inizio di questa terza parte, infatti, attraverso il dolore si può arrivare ad una purificazione.
Questi 5 brevi blocchi situazionali da una parte vogliono descriverci aspetti del distacco dalle cose amate, dall' altra sono un piccolo studio su stacchi, sparizioni ed entrate sonore. Anche qui è importante il concetto di caos, come se nel momento del distacco il pensiero abbandonato cercasse di aggrapparsi con tutte le sue forze al nostro essere per non morire, in una lotta fatta di momenti di calma e momenti più concitati. Il culmine è raggiunto nell' ultima situazione dove caos e melodia convivono in maniere rassegnata. Se poi pensiamo che il cervello funziona per impulsi elettrici ecco che troviamo una correlazione ancora più forte con la musica elettronica.
Quindi, sommando le tre parti, avremo l' esperienza di un cambiamento che passa attraverso il sogno fino ad arrivare all' abbandono.
Vorrei aggiungere che quello detto finora non è particolarmente importate ai fini dell' ascolto, infatti, oltre ad essere informazioni estremamente soggettive (non posso farci niente se le motivazioni che mi spingono a creare siano di carattere personale), dobbiamo difendere il gioco per cui ogni ascoltatore ha il diritto di estrapolare dalla musica qualsiasi significato voglia. Infatti l' opera d' arte o il lavoro artistico non deve essere il fine per l' artista, ma il fine è ciò che sta dietro l' opera, la dimensione che si crea dentro di noi e fuori di noi nel momento dell' ascolto; dunque l' opera d' arte come un ponte verso altri mondi. Stockhausen diceva che esistono tanti generi musicali ed il loro numero coincide perfettamente con il numero degli ascoltatori possibili, insomma la musica è diversa per tutti. L' unica speranza che posso avere è quella che questo lavoro sia stato per l' ascoltatore un mezzo di trasporto intrigante, se siete rimasti fermi allora ho sicuramente fallito.
Non mi resta che augurarvi un buon ascolto.
Remo De Vico
Studiolo Laps - Unconventional Musical Research